In punta di piedi

21 febbraio 2010

Provo una strana sensazione a ritornare in questo spazio dopo mesi e mesi. Mi muovo in punta di piedi, sentendomi a disagio ma nel contempo a casa. La luce è spenta e urto con gli oggetti. Ho perso familiarità con l’ambiente circostante. Certo si sarà accumulata tanta polvere e bisognerebbe riordinare gli scaffali, tra i ricordi che si affollano e il presente che incalza e vuole diventare parola. Parola scritta, incisa sulla roccia, imperitura memoria.

Arido il momento, i doveri incombono, gli alunni pressano, lo studio urge, la casa reclama. E io corro corro corro. E sono sempre indietro. E non riesco a fare quello che vorrei. E mi sento in colpa per il poco tempo che riesco a dedicare ai genitori, ai parenti, agli amici.  E mi vado chiudendo sempre più in me stessa. E spazio per princi più non c’è. Il mare è ormai lontano. Dalla finestra si vedono non gli uccelli volare ma  tanti  troppi sacchetti colorati che non mettono allegria e non aspirano al cielo.

Rileggo quanto scritto, trasmette tristezza, ma io non sono triste oggi. Di certo malinconica, ma è la mia natura e sto imparando a convivere con i miei sbalzi di umore. La mia vita è cambiata radicalmente. E sono contenta.

Rileggo quanto scritto, particolarmente franta la scrittura. Frasette giustapposte che seguono un flusso di pensieri inesistente. Ma devo scrivere oggi. Devo articolare le fredde dita sulla tastiera. Almeno le riscaldo, oggi.


Buona Pasqua!

20 marzo 2008

Con l’aiuto di mia madre sono riuscita a ricostruire una filastrocca che mia nonna, quando ero bambina, mi insegnò per Pasqua, come in precedenza aveva fatto con i suoi figli.

Pasqua ritorna con le viole
con tanti uccelli e con tanto sole.
Care viole dite al Signore
che a babbo e mamma
dia gioia e amore.
Cari uccelletti dite al buon dio
che faccia allegri la zia e lo zio.
E tutti i nostri cari parenti
conservi a lungo sani e contenti.

Con la semplicità di queste parole, vi faccio i miei più sinceri e affettuosi auguri per una Pasqua serena e di ‘resurrezione’.
E possiate trovare nel vostro uovo la sorpresa che più desiderate!

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Pagine

23 gennaio 2008

Una certa difficoltà a scrivere, e soprattutto a parlare di me, sta caratterizzando questo periodo. Non mi forzo, e assecondo il momento. Passerà. Riesco ad esprimermi meglio per immagini. E’ comunque una forma di comunicazione!
Del resto questo blog non è stato concepito come un diaro, nel senso stretto del termine, ma come uno spazio aperto, nel quale mi esprimo in vario modo.
Oggi però attingo dal ‘magazzino dei ricordi’, dal quale affiorano questi versi:

Un salto indietro nel tempo
occhi umidi, profondo turbamento.
Pagine sfogliate da veloci dita,
con stupore ritrovi tessere di vita.


Il senso del Natale

10 dicembre 2007

Tra pochi giorni sarà Natale. Da anni ormai non riesco a percepirne l’atmosfera. E mi chiedo insistentemente se l’ho mai percepita… 
Andando indietro nel tempo mi rivedo bambina impaziente di andare in montagna con papà, il giorno dopo una pioggia abbondante, a raccogliere il muschio per costruire il presepe. E’ uno dei ricordi più eccitanti che ho della mia infanzia. Allestivo un presepe che di anno in anno diventava più grande e si arricchiva di personaggi e ambientazioni: il fiume di carta stagnola contornato di sassolini bianchi, il ponticello di cartone che serviva per attraversarlo, il sentiero tracciato con la sabbia, il pozzo e la stalla che io stessa avevo realizzato con il das, il laghetto nel quale stagnava acqua, il bosco di rametti di abeti sempre più fitto… I vari personaggi poi non erano statici, ma interagivano tra di loro e io inventavo fantastiche storie: la ragazza che mungeva la capretta era innamorata del pastore, la bambina alla fontana figlia del pescatore, i re Magi partendo dalla cima della montagna più alta si andavano avvicinando giorno dopo giorno guidati dalla stella che brillava sulla grotta… E a mezzanotte del 24 deponevo Gesù bambino nella mangiatoia.
Ieri ho addobbato la casa, fatto l’albero e allestito il presepe, un presepe che di anno in anno diventa sempre più piccolo, nello sforzo di mantenere vive le tradizioni, nella speranza di riuscire a percepire nuovamente la magica atmosfera del Natale.
Se vado indietro negli anni, non ricordo un Natale veramente felice. Sarà che proprio durante i periodi di festa, che dovrebbero essere per definizione i più sereni, avvertiamo con più prepotenza i nostri problemi, le nostre malinconie, i nostri disagi. Sarà che siamo sempre insoddisfatti e non riusciamo a godere di quello che abbiamo… 
Sarà che abbiamo perso il senso del Natale.

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Memoria

20 marzo 2007

Melodie che risuonano nella mente.
Sono sola, lontano dalla gente
in attesa di trovare una risposta
che dia quiete al mio cuore senza sosta.

Tanti ricordi affiorano alla memoria
dietro ognuno si cela una storia… 
la storia di una vita in svolgimento
agitata da raffiche di vento.

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